Tir incastrati nelle strade strette: un problema diffuso in Italia

La circolazione dei mezzi pesanti, rispetto a quella delle normali autovetture, è per sua natura soggetta a una moltitudine di imprevisti e a un numero notevolmente maggiore di rischi e di possibili contrattempi. Tra questi problemi, uno tra i più singolari è la possibilità di vedere un tir incastrato. Letteralmente.

Stiamo parlando di casi concreti, di cui l’Italia è probabilmente il paese europeo che può annoverare il maggior numero di casi.

La rete stradale secondaria in Italia è off-limits per i tir

Nel Belpaese questi problemi si verificano più frequentemente a causa della conformazione della rete stradale provinciale, per sua natura estremamente varia, articolata e, in parecchi casi, molto antica.

Né i Romani – primi tra tutti ad aver ideato e costruito in Europa una rete stradale – né le popolazioni che li hanno succeduti avrebbero mai immaginato che alcune vie potessero essere percorse da mezzi di trasporto con le dimensioni dei camion. Pertanto, risulta evidente che le strade secondarie che collegano la maggior parte delle città italiane e, ancor più, la miriade di piccoli comuni montani, siano altamente sconsigliate da percorrere per i giganti della strada con i loro pesanti e ingombranti rimorchi.

Per intenderci, nel 2023 in Italia si sono verificate decine di casi di camion incastrati, a nord come al centro o al sud, isole comprese. Da Varese a Marsala, passando per Rimini, Roma, Perugia, addirittura l’Isola d’Elba. Il primato, però, spetta alla Liguria e, se andiamo nello specifico, a Sella, comune in provincia di Savona che tra ottobre e novembre 2023 ha registrato ben 12 casi di tir incastrati in meno di tre settimane.

Perchè si incastrano i camion? Ecco 4 ragioni

Sono diverse le cause che possono generare disagi significativi per gli automobilisti e rallentare il flusso del traffico. Ecco un’analisi delle 4 ragioni più comuni:

  • Restringimenti stradali –  Le strade possono presentare tratti con restrizioni della carreggiata, a volte legate alla naturale conformazione del terreno   o a eventi eccezionali come frane, smottamenti o danni al manto stradale. Anche se spesso segnalati, questi restringimenti possono cogliere di sorpresa i conducenti dei camion, portando a situazioni di blocco del traffico.
  • Ponti bassi – Alcune vie includono ponti con altezza limitata, generalmente segnalati in maniera molto attenta e puntuale da cartelli stradali dedicati.
  • Curve troppo strette – Tipiche delle zone montane ma spesso in grado di cogliere di sorpresa anche in ambiti cittadini. Soprattutto i tornanti, anche se segnalati, richiedono una preparazione elevata da parte dei conducenti, che spesso non può bastare quando il rimorchio è troppo lungo e ingombrante.
  • Ponti non percorribili – Il peso dei tir è un fattore indiscutibile, dal quale scaturiscono diverse criticità, soprattutto quando il mezzo è a pieno carico. I ponticelli, da questo punto di vista, possono rappresentare un elevato rischio.

Ciò che accomuna tutti queste eventualità è, però, un unico fattore: per un tir è spesso impossibile fare marcia indietro. Quindi, se quella che si ha davanti è l’unica via ormai percorribile, il conducente spesso tenta la sorte, provando a passare da quella strettoia, impegnando quella curva o passando rispettivamente sopra o sotto quel ponte. Il risultato finale è sempre lo stesso: veicolo incastrato.

Quali sono i rischi e i costi associati al recupero dei camion incastrati?

Partiamo dalla preoccupazione principale, ossia quella per la salute e l’incolumità delle persone coinvolte in queste situazioni limite. A Isola del Cantone (GE), pochi mesi fa, il conducente dell’ennesimo tir incastrato si è sentito male ed è stato ricoverato in codice giallo. Sì, perché la condizione di stress che causa questo tipo di situazione non è certamente facile da gestire per i driver, sui quali si riversa una responsabilità molto più pesante dei mezzi che guidano. A ciò si aggiunge il rischio concreto di poter arrecare danni a sé stessi e ad altre persone.

Inoltre, quando un camion si blocca, per l’azienda proprietaria sono sempre dolori da un punto di vista economico, poiché per disincastrare un tir è necessario impiegare dei professionisti specializzatie delle attrezzature idonee come gru e mezzi speciali. Ore e ore di lavoro, il cui costo va ad aggiungersi a quello per i danni che avrà probabilmente subìto il veicolo, all’eventuale danneggiamento o perdita del carico (ad esempio in caso di merci deperibili) e al fermo del mezzo per un tempo non preventivabile. Il tutto senza contare le rivalse da parte dei clienti per il ritardo nella consegna, i danni da risarcire a cose e persone e le eventuali multe.

Un sistema di navigazione professionale può contribuire ad evitare i tir incastrati?

Qual è il motivo per cui i camion si incastrano? La risposta è, in realtà, molto semplice: i conducenti non utilizzano strumenti di navigazione adeguati.

I principali sistemi di navigazione mainstream, infatti, non sono pensati per creare dei tragitti idonei ai mezzi pesanti. E, in realtà, se ci si soffermasse sulle specifiche, ci si renderebbe conto che questo aspetto è chiaramente specificato dai fornitori dei servizi.

Unsistema di navigazione professionale specifico per i tir, invece, elabora percorsi che non prevedano l’utilizzo di sottopassi, in cui l’altezza e la portata dei ponti non costituiscano un problema. Il tutto assicurando sempre che l’ampiezza della carreggiata stradale permetta al mezzo di compiere le manovre necessarie.

Basta così? In realtà no, perché una navigazione professionale di livello superiore deve essere sempre aggiornato in tempo reale anche sulla presenza di cantieri, chiusure stradali temporanee o eventi straordinari che possano influire sulla percorribilità di vie che possono trasformarsi in trappole.

Per questo è bene affidarsi a piattaforme come Webfleet, leader in Europa nella navigazione professionale, che oltre a fornire costantemente gli aggiornamenti necessari, consente un collegamento costante e bidirezionale tra il veicolo e l’azienda attraverso un’unica dashboard. Webfleet offre al fleet manager una moltitudine di informazioni in tempo reale sull’esatta posizione e sullo stato del mezzo, con la possibilità di variare il percorso di navigazione direttamente da remoto, anche da mobile, qualora si rendesse necessario.

Progettato per performare in maniera ottimale con la navigazione professionale dei camion, Webfleet risulta totalmente affidabile e aggiornato puntualmente su tutto il territorio europeo e, inoltre, è in grado di integrarsi con i principali sistemi di gestione aziendale, per poter rappresentare uno strumento fondamentale per la pianificazione e l’ottimizzazione delle attività della fotta da parte di aziende di ogni grandezza e tipologia, grazie alla logica scalabile della soluzione.

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Eleonora Scilanga
Eleonora Scilanga è Senior Marketing Manager Webfleet Italia di Bridgestone Mobility Solutions. Da più di 30 anni nel Marketing, inizia nel 1986 nel settore dell’elettronica e dell’IT come responsabile Marketing e Comunicazione. Nel 1990 apre la sua agenzia di comunicazione Swing Communications fino agli anni 2000, per ricoprire successivamente il ruolo di Marketing Communications Manager in Psion/Motorola, società specializzata in soluzioni per il mobile computing e la raccolta di dati wireless. Con una consolidata esperienza nella telematica con TomTom e Webfleet Solutions approda poi in Bridgestone Mobility Solutions per scrivere un nuovo ed elettrizzante capitolo della sua vita lavorativa.

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