Tutte le novità sulla guida autonoma

Nel 2018, abbiamo chiesto a 1200 gestori di flotte di trasporto quando ipotizzassero che i camion a guida autonoma avrebbero raggiunto l’adozione di massa. Il 31% ha sostenuto che occorressero tra i 6 e i 10 anni. Il 34% ha invece stimato dagli 11 ai 20 anni. Solo il 10% ha affermato che non sarebbe mai successo. In generale, la stragrande maggioranza dei gestori di flotte ritiene che i camion a guida autonoma diventeranno una parte importante del loro settore. Dal 2018 a oggi, come si sono evolute le tendenze in tema di guida autonoma? Scopriamolo insieme.

Come funziona la guida assistita

La “guida assistita” può riferirsi a diverse tecnologie e sistemi utilizzati nei veicoli per assistere i conducenti durante i viaggi. Questi sistemi sono progettati per migliorare la sicurezza stradale e offrire un supporto ai conducenti nelle diverse fasi. Ma come funziona la guida assistita nel dettaglio. I Sistemi di assistenza alla guida (ADAS – Advanced Driver Assistance Systems) sono sistemi che utilizzano sensori, telecamere, radar e software avanzati per raccogliere informazioni sull’ambiente circostante e sul comportamento del veicolo. I dati raccolti vengono elaborati per fornire una serie di funzionalità di assistenza al conducente. I sistemi ADAS possono offrire diverse funzionalità di assistenza alla guida. Per esempio, grazie al controllo della velocità di crociera adattivo, il veicolo mantiene automaticamente una distanza sicura dal veicolo che lo precede, regolando la velocità. Con l’assistenza al mantenimento della corsia, il sistema può aiutare il conducente a rimanere nella corsia di guida corretta, emettendo avvisi o correggendo la traiettoria del veicolo. La guida assistita aiuta anche nel rilevamento degli angoli ciechi e nei parcheggi: i sensori rilevano infatti la presenza di veicoli nei punti ciechi e avvisano il conducente con segnalazioni visive o acustiche, e assistono il conducente durante le manovre di parcheggio, inclusa la ricerca di spazi adatti e la gestione della direzione del veicolo. Infine, quando il sistema rileva situazioni potenzialmente pericolose o il conducente si allontana dalla guida sicura, può emettere avvisi visivi, acustici o vibrazioni del volante per attirare l’attenzione di chi è alla guida. È importante notare che, sebbene questi sistemi possano offrire un forte supporto alla guida, attualmente non esistono veicoli completamente autonomi sul mercato. I conducenti devono sempre rimanere attenti alla strada e pronti a intervenire in caso di necessità.

Quanti sono i livelli di guida autonoma?

I livelli di guida autonoma sono definiti da una scala che va dal livello 0 al livello 5. Questi livelli, noti anche come la “scala di automazione della guida”, sono stati stabiliti dall’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO) e sono utilizzati per descrivere il grado di automazione presente in un veicolo. Ecco una panoramica dei cinque livelli:

  • Livello 0 – Nessuna automazione: in questo livello, l’intera responsabilità della guida è del conducente. Il veicolo non fornisce alcun tipo di assistenza o automazione alla guida.
  • Livello 1 – Assistenza al conducente: in questo livello, il veicolo può fornire alcune funzionalità di assistenza al conducente, come il controllo della velocità di crociera adattivo (ACC) o l’assistenza al mantenimento della corsia. Tuttavia, il conducente deve sempre essere attento alla strada e pronto a intervenire.
  • Livello 2 – Guida parzialmente automatizzata: in questo livello, il veicolo può eseguire alcune funzioni di guida, come il mantenimento della corsia e il controllo della velocità, ma il conducente deve rimanere coinvolto e pronto a prendere il controllo in qualsiasi momento. Si tratta di una forma di guida semi-autonoma.
  • Livello 3 – Guida condizionalmente automatizzata: in questo livello, il veicolo può gestire gran parte delle operazioni di guida, ma richiede ancora la supervisione umana. Il conducente deve essere pronto a riprendere il controllo quando richiesto dal sistema. Questo livello rappresenta una forma di guida altamente automatizzata.
  • Livello 4 – Guida altamente automatizzata: in questo livello, il veicolo può gestire la guida in modo autonomo in determinate condizioni o scenari, come autostrade o aree geografiche specifiche. Non è richiesta la supervisione costante del conducente, ma potrebbe essere richiesta la sua disponibilità per intervenire in situazioni eccezionali.
  • Livello 5 – Guida completamente automatizzata: in questo livello, il veicolo è in grado di gestire tutte le operazioni di guida in modo autonomo. Questa vettura a guida autonoma sarà in grado di effettuare autonomamente la selezione del percorso, regolare la velocità, applicare il freno e gestire la direzione in qualsiasi tipo di situazione stradale. Potrà elaborare in modo impeccabile anche le situazioni più intricate e complesse, senza mai richiedere l’intervento di un conducente umano

Quando la guida autonoma livello 5?

Al momento attuale, non è possibile predire con certezza quando assisteremo all’ampia adozione della guida autonoma di livello 5 sulle strade pubbliche. Questo processo dipende da una serie di fattori, tra cui lo sviluppo tecnologico, la regolamentazione, la sicurezza, la percezione del pubblico e le sfide legali e infrastrutturali. Tuttavia, si guarda con ottimismo al futuro, e il 2035 potrebbe essere l’anno in cui vedremo una svolta significativa nell’adozione di veicoli di livello 5. Nel frattempo, si prevede che veicoli di livello 3 e 4 possano arrivare sulle nostre strade anche prima di quel periodo, portando con sé nuovi livelli di automazione e sicurezza. A tal proposito, al Consumer Electronics Show, Daimler ha annunciato che investirà 570 milioni di dollari per raggiungere la guida autonoma di livello 4 entro il 2029. Ciò significherebbe saltare dall’attuale livello 2 di guida autonoma (i veicoli assistono con determinate funzioni ma il guidatore è sempre pronto a prendere il controllo) a una guida autonoma di livello 4 (i veicoli eseguono in sicurezza tutti i compiti di guida senza assistenza nelle circostanze corrette). Daimler intende saltare il Livello 3, dove il veicolo può rilevare il suo ambiente, ma è sempre richiesta la possibilità di subentro umano. E il costruttore prevede di farlo in un solo decennio. Il livello 4 è il punto giunti al quale si possono ottenere molti tra i più grandi vantaggi per le aziende di autotrasporto. L’idea che questo possa essere disponibile tra dieci anni dovrebbe incuriosire i gestori di flotte lungimiranti.

Camion a guida autonoma

Negli anni passati, gran parte delle voci che si rincorrevano sui veicoli autonomi si concentravano sulle auto. In particolare, un certo numero di aziende tecnologiche sembravano essere in competizione per ottenere il primo servizio di taxi senza pilota sulla strada. Oggi il trend è cambiato.

Come disse Robert McCooey Jr, Senior Vice President dell’unità dei servizi di quotazione del listino Nasdaq, durante una conferenza, “Per noi il nirvana non sono i veicoli a guida autonoma; sono i camion a lunga percorrenza. Ecco dove sta il vero vantaggio.” A tal proposito, per le aziende di trasporto i vantaggi dell’autonomia sono rappresentati da minori costi per il carburante, nessuna necessità di periodi di riposo e una potenziale soluzione alla carenza di conducenti. L’International Transport Forum aggiunge che non solo che il veicolo a guida autonoma risolverà la carenza di autisti, ma che renderà superflui molti conducenti attualmente impiegati. Il Forum prevede che due milioni di autisti in Europa e in America perderanno il posto di lavoro entro il 2030 proprio a causa di queste innovazioni. Nel settore industriale si sta prendendo atto del fatto che, nel prossimo futuro, i veicoli commerciali senza conducente diverranno comuni sia pure con le diverse facce della medaglia.

Camion a guida autonoma contro la carenza di conducenti – una soluzione naturale?

Qualche anno fa, il Los Angeles Times aveva previsto che il lavoro di circa 1,7 milioni di camionisti negli Stati Uniti sarebbe divenuto superfluo entro il 2026 grazie ai veicoli a guida autonoma. Il settore dei trasporti aveva accolto con favore la notizia: con l’impatto della carenza di conducenti, l’idea che la tecnologia potesse colmare il divario era ben visto. A oggi, possiamo affermare che la previsione del Los Angeles Times non si è avverata. Nel particolare, i camion a guida autonoma avranno effettivamente un impatto sulla richiesta di camionisti a partire dal 2040. Alcuni esperti suggeriscono addirittura che, con l’aumentare della diffusione dei camion a guida autonoma, aumenterà la necessità di conducenti. Infatti, Seth Clevenger, caporedattore di Transport Topics, affermò che “L’emergere di camion altamente automatizzati andrà a supportare i conducenti, non li sostituirà. In effetti, dato che la domanda di trasporto merci continua a crescere, l’industria dei camion avrà bisogno di conducenti ancora più professionali di quelli che impiega oggi, non meno.” DFDS, la società di logistica coinvolta nel primo progetto di Volvo Vera, considera il camion a guida autonoma come un processo che include l’uomo piuttosto che un processo di sostituzione umana. Come ha spiegato l’azienda, “l’idea complessiva è che la tecnologia autonoma integri gli sforzi dei conducenti e alla fine riduca la tensione della guida a lunga percorrenza, del sollevamento di carichi pesanti e altro ancora… In quanto tale, la tecnologia di guida autonoma è pronta a sostenere molti dei pesanti oneri di autotrasporto a lunga distanza, migliorando le condizioni di lavoro dei conducenti.” Pertanto, sebbene possano non essere la soluzione alla carenza di conducenti attraverso la sostituzione dei conducenti umani, i camion a guida autonoma potranno aiutare in un altro modo. Rendendo, per esempio, la professione meno stressante e meno estenuante, e promuovendo percorsi di carriera più attraenti per un numero più ampio di persone.

VERA: il camion automatico di Volvo

Nel settembre 2018, Volvo ha lanciato Vera, il camion elettrico e a guida autonoma. Senza cabina di guida nella sua carrozzeria ribassata, si tratta di un veicolo a basse emissioni, è stato pensato in particolare per le brevi distanze, e si propone come soluzione integrativa soprattutto in ambienti come porti, hub o magazzini esterni. A luglio 2019 è stato avviato il primo progetto che lo vede protagonista: in collaborazione con la società di logistica svedese DFDS, Volvo ha impiegato Vera per trasportare container da un centro logistico di Göteborg al porto locale, guidando su strade pubbliche a un limite di velocità di 40 km/h. Ciò ha rappresentato il primo chiaro segnale di come i camion a guida autonoma possono migliorare e facilitare i flussi di lavoro nel settore dei trasporti.

E Volvo ha sottolineato il proprio impegno a ottobre, annunciando che riporterà i dati sui profitti e perdite dei camion autonomi a partire dal 2020.

Tutto sui robotaxi: cosa sono, dove e quanto si stanno diffondendo

I robotaxi sono veicoli autonomi progettati per il trasporto pubblico di passeggeri, eliminando la necessità di un conducente umano. Utilizzano una combinazione di sensori avanzati, telecamere, lidar, radar e intelligenza artificiale per percorrere gli itinerari in tutta sicurezza. Questi veicoli rappresentano una parte cruciale dello sviluppo della mobilità autonoma e potrebbero rivoluzionare i servizi di trasporto urbano. I robotaxi sono in fase di test e lancio in diverse città in tutto il mondo. Solitamente, le città pilota diventano luoghi di prova per questa tecnologia prima di una distribuzione su larga scala. In America, numerose aziende, come Waymo (una sussidiaria di Alphabet/Google), Cruise (di General Motors) e Lyft, hanno condotto test di robotaxi in città come Phoenix (Arizona) e San Francisco (California). Per quanto riguarda l’Europa, di recente per le strade di Londra è stata lanciata la Nissan Leaf, un robotaxi che ha superato ampiamente le impervie sfide del traffico londinese. Anche in Asia, soprattutto in Cina e Giappone, ci sono aziende come Baidu che hanno compiuto progressi significativi nello sviluppo e nei test di robotaxi. Insomma, è un fenomeno, quello della guida autonoma dei robotaxi, su cui si sta investendo e sperimentando moltissimo, al passo con l’evoluzione dei trend per la guida assistita. Tra i benefici dei robotaxi, spicca sicuramente la riduzione del numero di veicoli in circolazione, favorendo la condivisione dei mezzi di trasporto e contribuendo a diminuire il traffico urbano. Inoltre, la guida autonoma può contribuire a ridurre gli incidenti stradali causati dall’errore umano, migliorando la sicurezza sulle strade. Tuttavia, la tecnologia deve essere ulteriormente perfezionata per garantire una guida autonoma sicura e affidabile in una vasta gamma di condizioni stradali. In conclusione, i robotaxi rappresentano una promettente evoluzione nel campo del trasporto urbano, ma rimangono questioni chiave da affrontare prima che possano diventare una realtà diffusa nelle città di tutto il mondo.

Simulatori per il training dei driver: tutte le evoluzioni

Tra i grandi problemi che affliggono le aziende di trasporto, spicca sicuramente quello relativo all’età. I conducenti più anziani vanno in pensione, ma la nuova generazione di driver non è intenzionata a sostituirli. La fascia d’età dei giovani tra i 18-30 non è, infatti, attratta dall’autotrasporto. In un’intervista con Supply Chain Brain, John Kearney, CEO di Advanced Training Systems, ha espresso il suo punto di vista. Kearney vede i giovani gamer di oggi come il futuro della guida di camion. E ritiene che l’introduzione di simulatori di guida più sofisticati e di elementi di realtà virtuale nel processo di formazione renderà questo percorso di carriera più attraente per le persone. Molte aziende di trasporto utilizzano già simulatori ultra realistici all’interno dei programmi di addestramento dei driver, anche se ciò non ha niente a che vedere con il reclutamento di dipendenti più giovani. Piuttosto, un simulatore sofisticato consente un risparmio in termini di costi e rende più sicuro il percorso di training dei nuovi arrivati. Un’adozione diffusa di questa tecnologia potrebbe aiutare a portare i giovani in cerca di lavoro a tornare al trasporto, come suggerisce Kearney? È d’accordo con questa visione Dan Clark, che ne scrive in Logistics Viewpoints. Clark afferma che i giovani in cerca di lavoro guardano sempre più a datori di lavoro esperti di tecnologia e considerano cruciale il ruolo di tecnologie come la realtà virtuale nel processo di training, per rivoluzionare l’industria dei trasporti.

Per concludere, con la carenza di driver che non accenna a diminuire, non sorprende vedere operatori di flotte in cerca di un’innovazione che risolva questo problema. I camion autonomi o un approccio orientato alla gamification per il training possono essere una svolta per porre rimedio in tal senso.

le evoluzioni dei simulatori per il training dei conducenti di camion

Le regioni più pronte per l’automazione

È noto da tempo che alcuni paesi sono più adatti ai camion a guida autonoma rispetto ad altri. Ad esempio, le ampie strade degli Stati Uniti sono perfette per il platooning, convoglio di mezzi che viaggiano in colonna. Il Regno Unito, invece, ha un sistema autostradale complesso, quindi un’operazione di questo tipo è difficile.

KPMG ha analizzato più a fondo questa situazione nel suo secondo Autonomous Vehicle Readiness Index. Considerando quattro pilastri chiave – politica e legislazione, tecnologia e innovazione, infrastrutture e accettazione da parte dei consumatori – KPMG ha stilato una classifica delle 25 migliori nazioni per l’adozione di veicoli a guida autonoma.

I primi nella lista sono risultati i Paesi Bassi. Citando la presenza di un gran numero di stazioni di ricarica elettrica e un approccio innovativo alla logistica, il rapporto li ha definiti “un esempio su come preparare un paese per i veicoli a guida autonoma”. KPMG ha anche evidenziato i piani olandesi tesi ad avviare un’operazione di platooning in collaborazione con Belgio e Germania per il trasporto di fiori da Amsterdam alla Valle della Ruhr.

Di seguito riportiamo la classifica dei primi 25 paesi più preparati ad accogliere la rivoluzione della guida assistita e dell’automazione nel settore dei trasporti:

  1. Paesi Bassi
  2. Singapore
  3. Norvegia
  4. USA
  5. Svezia
  6. Finlandia
  7. Regno Unito
  8. Germania
  9. Emirati Arabi Uniti
  10. Giappone
  11. Nuova Zelanda
  12. Canada
  13. Corea del Sud
  14. Israele
  15. Australia
  16. Francia
  17. Spagna
  18. Spagna
  19. Repubblica Ceca
  20. Cina
  21. Ungheria
  22. Russia
  23. Messico
  24. India
  25. Brasile
Eleonora Scilanga
Eleonora Scilanga è Senior Marketing Manager Webfleet Italia di Bridgestone Mobility Solutions. Da più di 30 anni nel Marketing, inizia nel 1986 nel settore dell’elettronica e dell’IT come responsabile Marketing e Comunicazione. Nel 1990 apre la sua agenzia di comunicazione Swing Communications fino agli anni 2000, per ricoprire successivamente il ruolo di Marketing Communications Manager in Psion/Motorola, società specializzata in soluzioni per il mobile computing e la raccolta di dati wireless. Con una consolidata esperienza nella telematica con TomTom e Webfleet Solutions approda poi in Bridgestone Mobility Solutions per scrivere un nuovo ed elettrizzante capitolo della sua vita lavorativa.

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